Francesco d’Assisi, nato nel 1181 e morto nel 1226, è stato un religioso e poeta italiano, venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Si spogliò di tutte le sue ricchezze per seguire un ideale di vita pauperistico e fondò l’Ordine dei frati minori. È perciò noto come “il poverello” di Assisi. Nel 1219 incontrò il sultano d’Egitto, al-Malik al-Kamil, nel corso della quinta crociata e, rientrato ad Assisi, diede avvio alla tradizione del presepe. Fu anche autore di opere letterarie, tra le quali il celebre Cantico delle creature. Secondo le agiografie, nel 1224 ricevette le stigmate sui polsi e sui piedi. Morì la sera del 3 ottobre 1226 e fu canonizzato nel 1228 da papa Gregorio IX. La giornata di San Francesco si celebra il 4 ottobre, e non il 3, perché nel Medioevo si riteneva che il giorno iniziasse al tramonto del giorno precedente. Oggi Francesco è venerato come patrono d’Italia, degli animali selvatici e di varie categorie di persone (poeti, commercianti e altre).
La nascita di Francesco ad Assisi
Francesco nacque ad Assisi nel 1181 (1182 secondo altre fonti) da una famiglia benestante. Il suo nome era Giovanni, che il padre, Pietro di Bernardone, cambiò in Francesco. Pietro era un mercante di tessuti e da giovane Francesco lavorò insieme a lui, conducendo una vita agiata. Nel 1202 partecipò alla guerra che contrappose Assisi a Perugia e fu preso prigioniero. Restò in carcere circa un anno e fu liberato quando il padre pagò un riscatto.
La conversione di San Francesco
Rientrato ad Assisi, Francesco riprese il suo lavoro di mercante, ma nel 1203 decise di partecipare alla quarta crociata. Giunto a Spoleto, mentre era sulla strada per imbarcarsi ad Ancona, si ammalò e rientrò ad Assisi. Il viaggio fu il momento della conversione alla vita religiosa. Secondo gli agiografi, Francesco ebbe una visione mistica, dopo la quale cambiò completamente stile di vita. Passava lunghe ore in preghiera presso la chiesetta della Porziuncola, situata vicino ad Assisi. L’anno successivo, dopo un’altra visione, vendette parte delle stoffe paterne per far riparare un’altra chiesetta di Assisi. Processato nel 1206 su denuncia del padre, Francesco rinunciò completamente ai beni paterni e scelse di vivere in povertà, prima in solitudine e poi con alcuni compagni che intendevano seguire il suo stile di vita.
La nascita dell’Ordine dei frati minori
La scelta di Francesco si inseriva nel contesto della diffusione del pauperismo, cioè l’adozione di uno stile di vita povero, predicato da alcuni movimenti che la Chiesa considerava eretici, come i catari e i valdesi. Francesco, invece, non si schierò contro la Santa Sede, ma chiese al Papa di riconoscere la sua regola di vita. Nel 1209 (o 1210 secondo altre fonti) si recò a Roma insieme ai compagni e ottenne dal pontefice l’approvazione. Nacque così l’Ordine monastico dei frati minori, conosciuti anche come Ordine dei francescani. Era uno degli ordini mendicanti – insieme a quello dei domenicani, nato negli stessi anni, e ad altri – che rappresentarono la “risposta” della Chiesa al pauperismo propugnato dai catari e dai valdesi. Dopo l’approvazione papale, nacquero i primi conventi francescani. Si aggregarono anche alcune donne, la prima delle quali fu Chiara di Assisi, che fondò l’ordine femminile delle clarisse.
Il viaggio in Egitto: San Francesco con il sultano
Nel 1219 Francesco raggiunse Damietta, una città egiziana del Delta del Nilo, dove era in corso la quinta crociata. Raggiunto il campo delle truppe cristiane, chiese e ottenne il permesso di incontrare il sultano al-Malik al-Kamil, contro il quale i crociati combattevano. L'incontro fu lungo e cordiale. Secondo le ricostruzioni più attendibili, il sultano apprezzò Francesco e gli offrì dei doni, ma non si convertì e continuò la guerra.
L’iniziativa di Francesco si presta a una doppia interpretazione. Secondo alcuni, era una sconfessione della crociata, alla quale il santo preferiva l’approccio non violento, basato sulla persuasione. Secondo altri, Francesco condivideva gli ideali dei crociati. Quel che è certo è che l’incontro di Damietta ha fatto di Francesco un simbolo di dialogo interreligioso.
Le stigmate e la morte
Rientrato in Italia, nel 1223 Francesco organizzò una rappresentazione della nascita di Gesù a Greccio, dando vita alla tradizione del presepe. Secondo gli agiografi, nel 1224 ricevette le stigmate, cioè ferite sui polsi e sui piedi, i punti nei quali Gesù era stato trafitto con i chiodi per essere crocifisso. Per la Chiesa le stigmate, che sarebbero state ricevute anche da altri santi, significano condividere la sofferenza di Gesù. Naturalmente, si tratta di una interpretazione religiosa e priva di fondamento scientifico. Quel che è sicuro è che Francesco non portò a lungo le stigmate: la sera del 3 ottobre 1226 accusò un malore e morì presso la chiesetta della Porziuncola.
Perché Francesco è diventato santo: l'eredità e il culto
Nel 1228, a soli due anni dalla morte, Francesco fu proclamato santo da Gregorio IX in virtù della sua predicazione e dei presunti miracoli che aveva compiuto. Per ospitare il corpo, ad Assisi fu costruita una grande basilica, affrescata da Giotto e da altri pittori. Iniziarono inoltre a circolare aneddoti sulla vita, che nel ‘400 furono raccolti nel volume I fioretti di San Francesco. Tra gli aneddoti più famosi figura quello del lupo di Gubbio, secondo il quale Francesco riuscì ad ammansire con la sola parola un animale feroce, che terrorizzava gli abitanti della zona.
La principale eredità di Francesco è l’Ordine dei frati minori, detti anche francescani, che oggi è il più numeroso ordine monastico cristiano (se si considerano tutti i sottogruppi nei quali è diviso). Francesco fu anche un autore di testi letterari: le regole dell’ordine, alcune lettere e varie preghiere e lodi del Signore. La più famosa, il Cantico delle creature (detta anche Cantico di frate Sole), è considerata la prima opera della letteratura italiana.
Francesco è oggi uno dei santi più amati dalla popolazione e a lui sono dedicati numerosi santuari e luoghi di culto. Nel 1939, inoltre, il papa Pio XII lo ha proclamato patrono d’Italia (anche perché il suo Cantico lo rende uno dei padri della lingua e della letteratura italiane) insieme a Caterina da Siena e nel 2013 Jorge Mario Bergoglio, eletto papa, ha scelto di chiamarsi Francesco in onore del santo.